Vasodilatatore, antivirale e
antiartrosico. Avevano ragione i nostri nonni quando dicevano 'buon vino fa
buon sangue'. Tante le qualità del nettare degli dei, degustato sempre con
moderazione. Ma ci sono situazioni in cui è decisamente sconsigliato. Tutti i
pro e i contro, dal punto di vista medico, di un buon bicchiere
di Gian
Ugo Berti
Si beve il vino per il piacere del palato, ma non ci sono prove
scientificamente sicure di un effetto benefico sulla digestione, mentre è certo
il suo ruolo vasodilatante e antiossidante che ne fa, a dosi moderate, un
valido mezzo di prevenzione delle malattie cardiovascolari, infettive, urinarie
e osteoarticolari. E' la carta d'identità della vino-terapia, alla luce di
valutazioni raccolte, in materia, fra esperti di vari settori specialistici.
Aumenta la secrezione nello stomaco - Il normale processo digestivo non ha
bisogno di un aiutante che sostenga la produzione di acido cloridrico, azione
tipica del vino. La sua vasodilatazione, primo effetto, da un senso di
benessere. Poi, potrebbero iniziare i problemi. Quindi, a seconda delle dosi,
della gradazione alcoolica, delle condizioni generali del soggetto aumenta il
rischio, nel tempo, di uno stato di esofagite da reflusso, gastrite e
duodenite.
Lo spiega Michele Bertoni, dell'Unità Operativa di Gastoenterologia
dell'Azienda ospedaliera universitaria pisana. Per quanto riguarda il fegato -
precisa ancora Bertoni - l'alcool agisce determinando un progressivo aumento del
grasso epatico. Se il vino appare controindicato nei soggetti con problemi
preesistenti, stesso discorso vale anche per la persona sana. Il suo
impiego è controindicato in presenza di forme infiammatorie ed esiste il
rischio che aumenti la comparsa dei polipi.
Azione antivirale -
Non se ne è mai specificatamente parlato durante la recente epidemia d'influenza suina ma, come precisa
Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università di Milano, il vino, grazie
sopratutto alla presenza di resveratrolo, possiede un'azione antisettica ed
antivirale, utile a combattera anche i classici raffreddamenti invernale. In
pratica, per le sue componenti, soggiunge Pregliasco, è in grado di agire in
maniera positiva aumentando con efficacia le difese immunologiche anticorpali.
Il tutto, ovviamente, sempre a piccole dosi.
Migliora l'umore e favorisce il sesso - Inutile e dannoso fare volutamente
'il pieno' in un'unica mandata, magari il sabato sera, per favorire le capacità
sessuali. L'ottica giusta, precisa Ciro Basile Fasolo, andrologo e sessuologo
alla Clinica Psichiatrica dell'Università di Pisa, è invece rappresentata dalle
piccole dosi quotidiane. L'effetto è quello disinibente,legato al miglior tono
dell'umore, che porta a una positiva socializzazione. Gli antiossidanti, in
particolare i polifenoli, sul piano organico, migliorano via via la funzione
vascolare e quella del distretto genitale. Se a questo s'aggiunge una sana
igiene di vita, con una giusta alimentazione, la salute ne giova così come la
funzionalità sessuale.
Antiartrosico -
Per i quattro milioni d'italiani che soffrono mediamente d' artrosi, il vino,
nello specifico terapeutico, non è controindicato, salvo valutazioni
individuali. E' quanto riferisce Pierluigi Occhipinti, responsabile del
Servizio di Reumatologia, dell'Azienda sanitaria locale di Livorno. Favorisce,
a dosi moderate, l'eliminazione di urine e impedisce l'accumulo di scorie,
giova al metabolismo articolare (un percorso che coinvolge le malattie
reumatiche in genere), assicurando la presenza di differenti elementi minerali,
il cui difetto è appunto causa della malattia artrosica.
Tanta pipì -
Duplice è il meccanismo d'azione dell'alcool sulle vie renali. Lo sostiene
Lello Pisanello, direttore dell'Unità operativa di urologia all' ospedale di
Brindisi. Per prima cosa - preso nelle giuste quantità - favorisce
l'eliminazione d'urine e, al contempo, le mantiene relativamente povere di
scorie azotate. Il vino bianco, avendo maggiore concentrazione di potassio, si
dimostra più indicato per lo svuotamento, metre il rosso, per l' attività
vasodilatante e disintossicante sui radicali liberi, pulisce il sangue dal
colesterolo "cattivo" e dunque funziona da prezioso depuratore.
Controindicato è invece il suo impiego nei gravi disturbi renali.
Prima e dopo l' infarto - Il paragone è sempre con gli
astemi. Il vino rosso, a giuste dosi, esercita una maggiore prevenzione sulle
arterie coronarie e quindi possiede una specifica azione antinfarto. Chi non
beve vino, non possiede questo elemento di supporto. Ma anche nell'eventualità
di un infarto, bere vino rosso come cura nei giorni a seguire, secondo
indicazione medica, aiuta ad evitare il ripeterisi dell' evento. Ne è certo
Mario Marzilli, Direttore dell'Unità Operativa di cardiologia all'Azienda ospedaliera
universitaria pisana.
Paradosso francese -
Hanno un'alimentazione più ricca di grassi, prediligono burro e formaggio,
eppure i francesi non presentano una maggiore percentuale di malattie cardio e
cerebrovascolari. Questo, probabilmente, grazie al più diffuso consumo di dosi
moderate di vino durante i pasti